A 16 anni non credevo nè al caso nè al destino. Credevo invece alla relazione causa-effetto: ogni azione conduce necessariamente a un’altra e così via.

Sono le azioni di ognuno a determinare la propria storia. Ai Sogni invece sì.  Ci credevo.

Ne avevo tanti, alcuni si sono realizzati, altri si sono persi nei cassetti.

Mi piace pensare al mio lavoro a Zefiro come ad una progettista di Sogni, di opportunità. Del mio lavoro  mi piace la libertà di rischiare, l’imparare sempre cose nuove, l’impegno, la passione delle persone che incontro. 
Mi piace poter fare le domande e ascoltare.
Mi piace chi ci prova, cade e  poi riparte. 
Mi piacciono i conflitti e le novità che portano sempre.
Mi piace il lavoro di squadra: la fatica e le gioie condivise.
Le risate.

Mi piace passare da un numero di protocollo, a un file excel, fino alla ricerca della felicità, nell’oceano atlantico dell’anima.

Mi piace lo stupirmi. Sempre.

Non mi piace il caffè della macchinetta.

Oggi continuo a credere nei sogni. A quelli che si realizzeranno e a quelli che non.